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MONTESACRO E VALMELAINA NEI 9 MESI DELL' OCCUPAZIONE TEDESCA A ROMA

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MONTESACRO E VALMELAINA NEI 9 MESI DELL' OCCUPAZIONE TEDESCA A ROMA

Sono tredici i cittadini di Montesacro e Valmelaina fucilati dalla PAI (corpo di polizia istituito per l’Africa coloniale) o dalle SS a Forte Bravetta o alle Fosse Ardeatine. I giovani di Montesacro parteciparono in gruppo agli scontri di Porta S. Paolo dell’ 8 settembre del ‘43 ed alla successiva mobilitazione contro il fascismo e l’occupazione tedesca. Iniziarono così le azioni di sabotaggio contro i tedeschi ad opera principalmente di due nuclei organizzati della resistenza. Il primo, formato da uomini collegati al Partito Comunista tramite Giorgio Onofri e Vittorio Mallozzi, era composto dai perseguitati politici Riziero Fantini e Mario Menichetti, dal macellaio Italo Grimaldi, dal fruttivendolo Antonio Feurra e dal muratore emiliano Raffaele Riva. Molte furono le azioni di disturbo e sabotaggio che si erano verificate nelle borgate a nord - est di Roma, le più importanti sulla via Salaria, dove fu ucciso un motociclista tedesco e sparati colpi di mitra contro le auto degli ufficiali tedeschi. Atti di sabotaggio si verificarono a S. Basilio e Pietralata: a seguito di questi fatti il 27 Ottobre, una compagnia di SS effettuava un ampio rastrellamento a Montesacro, Valmelaina, Tufello e Pietralata di circa 1.000 persone che, incolonnate sulla via Nomentana, furono portate in località Casal Coazzo, dove 346 di loro furono trattenute e trasferite per il lavoro obbligatorio. Nonostante la protezione offerta dall’ambiente e l’appoggio della popolazione, iniziarono i primi arresti: il primo a cadere nelle mani della Gestapo fu il tenente colonnello Vito Artale che, torturato in via Tasso, trovò la morte alle Fosse Ardeatine. Subito dopo furono catturati: Italo Grimaldi, Riziero Fantini, Antonio Feurra, Raffaele Riva, Giovanni Andreozzi e Filippo Rocchi, tutti processati e condannati a morte.
Dopo la liberazione di Roma il ritrovamento e l’identificazione delle salme fu resa possibile dalla collaborazione dei lavoratori del cimitero che, di propria iniziativa, avevano annotato la descrizione della salma e la sua collocazione. Il secondo nucleo si sviluppò tra i giovani di Montesacro, principalmente nel liceo Orazio di piazza Sempione, unico tra i licei romani collocato in periferia. Sono giovani tra i 14 e 20 anni e ne fanno parte Ferdinando Agnini, Nicola Rainelli, Lallo Orlandi, Franco Caccamo, Girolamo Congedo, Mario Perugini, Luciano Celli e Gianni Corbi. Il collante del gruppo è l’amicizia sviluppata durante le partite di pallone, le soste in piazza Sempione al bar Bonelli, e le nuotate nell’Aniene presso il Ponte Vecchio.
Le figure più attive sono Ferdinando Agnini e Nicola Rainelli, collegati ad Antonio Pistonesi, Renzo Piasco e Paul Lauffer (medico ebreo austriaco fuggito dal suo paese a causa delle persecuzioni antiebraiche). Agnini costituisce l’associazione di studenti “ARSI” ed il giornale “La Nostra Lotta”. L’attività del gruppo si manifestò sotto varie forme, come attentati alle linee ferroviarie, reperimento d’armi e manifestazioni studentesche. Il 2 gennaio 1944 in un incontro a casa di Pierluigi Sagona, cui partecipano Agnini, Maurizio Ferrara, Carlo Lizzani e Dario Puccini, si decise di costituire un comitato studentesco cittadino: “USI” (Unione Studentesca Italiana) in cui far confluire l’“ARSI “ e che avrà come giornale “La Nostra Lotta”. Il gruppo fu individuato dai nazisti con la complicità di un delatore: Furono catturati e fucilati Lallo Orlandi, Paul Lauffer, Renzo Piasco, Antonio Pistonesi e Ferdinando Agnini. In ricordo del sacrificio di questi concittadini sono state affisse due targhe, in via Maiella di fronte al parco di Ponte Tazio e in via Scarpanto all’altezza del civico 31.